Ho capito che non mi piace fare progetti, né a breve né a lunga distanza.
Ho capito che mi piace creare al momento, sulla scia di un ricordo di un’immagine di un pensiero, che si tratti di un piatto, di un racconto, di un quadro.
In questi giorni ho ultimato un quadrittico.
Quando l’ho iniziato, precisamente un anno fa, non sapevo che avrei dato avvio ad una quadrilogia, ma poi l’estemporaneità ha avuto la meglio.
In ogni “opera” c’è l’amica a cui l’ho regalato insieme a me: non è presenzialismo né esibizionismo o egocentrismo da parte mia, semplicemente il suggello di un’amicizia con la mia modestissima arte.
Tutto è nato come un modo per ringraziare donne/sorelle/amiche per essere nella mia vita da tanto tempo, per essermi state fortemente accanto nella malattia e per lasciare un segno, nell’eventualità che non ce l’avessi fatta.
È stato anche un modo per ringraziarle del dono fattomi qualche anno fa, tutto l’occorrente per una pittrice mancata ma sempre desiderosa di riprendere in mano la tavolozza dei colori e dipingere la vita.
E questo ho fatto, ho dipinto la mia vita con loro.
Il primo quadretto l’ho intitolato ” Ho fermato un ricordo ” perché è frutto di un bellissimo ricordo, dell’ultimo meraviglioso viaggio fatto con amici del cuore: da Praga a Vienna a Bratislava a Budapest con amore.
Per il mio primo lavoro mi sono rifatta ad una foto bellissima che mi è tanto cara: siamo Anna ed io, la bionda e la mora, felici di aver concluso un anno scolastico in prima ( la classe più bella e più stressante del ciclo della primaria ), con i nostri zaini in spalla alla scoperta delle meraviglie del mondo come due adolescenti, con le collanine a cuoricino, davanti ai meravigliosi giardini del Castello di Schönbrunn a Vienna: non lo sapevo ma ero già malata, avevo avvisaglie non riconducibili alla malattia, però ero molto felice.
Quando non sto bene e non posso uscire, per distrarmi, guardo foto e ricordo momenti felici: noi possiamo essere la nostra migliore medicina, la nostra più efficace psicoterapia.
Il secondo quadretto s’intitola ” Angel “: qui ho iniziato a capire che anche quando dipingo non posso prescindere dalla parola scritta.
Siamo Loredana ed io, ognuna con indosso il proprio vestito preferito, quello verde con le stelline nere il suo e maculato (manco a dirlo) il mio, ritratte di spalle e abbracciate, con i visi rivolti verso un arcobaleno di speranza che riporta una frase azzeccata: a lei spuntano le alucce da angioletto, io ho il mio NO tatuato in bella evidenza.
Non è andata bene, di lì a poco avrei saputo che la malattia era ancora tenacemente ancorata al mio sangue e che avrei dovuto procedere col piano B.
Nel frattempo, durante il lockdown, avevo partecipato ad un corso on line di Art journaling tenuto da un’amica bravissima artista e me ne sono innamorata…
La terza è una tela più grande, ho capito che sullo spazio largo lavoro meglio e mi esalto!
È un collage di immagini e parole, ritagliate da riviste o stampate al computer e colorate da me.
Al centro c’è una foto, che io amo, di Antonella e me al mare: eravamo più giovani e molto sorridenti, era un periodo molto felice. Ho ricercato immagini e parole che riguardassero la sua personalità e parole relative a ciò che ci accomuna, ci sono riferimenti alle città in cui ha vissuto e al blu, il suo colore preferito, da cui il titolo ” Non solo blu “
È venuto fuori un esemplare esplosivo di art journaling e pop art, colorato come lei e un po’ kitch come me!
L’ultimo l’ho sfornato ieri, ” Riflessi di stelle e fiori ” ed è dedicato a Stella, il mio giovane (ma molto migliore di me) alter ego biondo.
Sono partita da una foto in cui siamo abbracciate e ridiamo di gusto: eravamo al mare con gli altri amici del cuore ed io stavo per scoprire la malattia.
Ho messo la foto al centro e le ho dato continuità di colore creando lo sfondo. Ho cercato e ritagliato dalle riviste intere frasi che fossero azzeccate a lei e a noi, ci ho messo stelle e fiori e “wow” e anche una specie di aureola di diamanti sulla testa, molto kitch: un po’ da principesse, un po’ da sante, un po’ da sciantose, simbolo di un’artefatta perfezione che non ci appartiene, praticamente una provocazione.
Ho dimenticato un riferimento al segno zodiacale comune, l’Acquario, ma l’appartenenza a questo segno è comunque tutta lì, sulla tela.
Sono felice e soddisfatta, queste quattro tele hanno attraversato un anno di vita terribile eppure bellissima, un anno di opportunità e crescita, un anno di dolore e amore che, fa strano, ma spesso vanno insieme.
Grazie per i momenti, i ricordi, le presenze, le certezze, i pianti e le carezze, le pesantezze e le frivolezze; grazie per il bene, l’affetto, l’amore e il vostro cuore.
Eternamente vostra, eternamente mie.